A poco più di un’ora da Dublino, sorge la città medievale di Kilkenny.

Una meraviglia antica e moderna al tempo stesso, ricca di affascinante architettura e una vivace scena artistica. Kilkenny è famosa per tante cose: il maestoso castello del XIII secolo, gli splendidi giardini ricchi di roseti, la cattedrale di San Canizio del VI secolo, la Black Abbey del XVIII secolo, la birra ale più antica d’Irlanda, la Smithwick e il rinomatissimo ristorante italiano Rinuccini.

Per tutte questa serie di ragioni, questa cittadina è diventata una delle tappe del nostro viaggio in Irlanda.
Kilkenny rappresenta l’anima e il cuore dell’Irlanda medievale ed evoca l’epoca normanna in tutto il suo splendore. Ma non solo: leggende di maghi e streghe la avvolgono tuttora nel mistero.
Passeggiando ed esplorando i meravigliosi vicoli stretti pieni di craft center, laboratori, botteghe di artigiani e studi di artisti che hanno contribuito a renderla il cuore creativo d’Irlanda, ci siamo imbattuti nell’imponente St. Canice’s Cathedral.

Originaria del XIII secolo, la cattedrale è un esempio di architettura gotica pura, accanto alla quale sorgono il cimitero, l’altissima torre circolare (tipica costruzione difensiva dei monasteri medievali irlandesi) ed il palazzo vescovile del XVII secolo.
Ma non sono solo queste le attrazioni che ci hanno colpito!
Entrando all’interno ci imbattiamo dapprima in una gatto nero (simbolo legato spesso all’esoterismo), e successivamente, leggendo la guida che ci avevano lasciato all’ingresso, al racconto celato dietro alle lapidi di cavalieri e dame che, nel XIV secolo, furono testimoni della vicenda di Alice Kyteler.

Durante la visita la guida spiegava di come Alice, vissuta ad inizio XIV secolo a Kilkenny, provenisse da una ricca famiglia irlandese, e di come avesse attirato innumerevoli corteggiatori lungo il corso della sua vita.
Per uno scherzo del destino però Alice non ebbe vita semplice, in quanto sopravvisse lei sola a tutta la sua famiglia e ai suoi ben quattro mariti!
Oltre quindi ad essere costretta ad amministrare da sola il ricco patrimonio di famiglia, con un figlio al seguito avuto dal primo marito, William Outlawe, si ritrovò anche a dover fare i conti con l’inequivocabile ombra di persecuzione che stava avanzando in tutta l’Europa: l’inquisizione!
Purtroppo in quei tempi, sopravvivere alla famiglia e ai mariti non veniva visto di buon occhio, soprattutto per il fatto che tutti i mariti perirono in circostanze sospette. Ciò infatti era sufficiente per accusare una donna di stregoneria nell’Europa di inizio XIV secolo.
Ma facciamo un passo indietro: imparentata com’era con l’elite politica irlandese Alice decise di investire il suo patrimonio per trasformare la casa di famiglia, la Kyteler’s House, in un ostello (la cosiddetta Inn inglese) aperta ai derelitti e visibile ancora oggi nell’attuale St. Kieran Street di Kilkenny, trasformata in un ristorante caldo e accogliente.

Il suo ostello divenne punto di ritrovo per moltissime donne e uomini eretici, in un paese in cui la fede cristiana era fortissima, ai limiti dell’integralismo. La sua taverna parallelamente divenne un luogo d’incontro per uomini d’affari di tutta l’Irlanda.
Ma il fine benefico in realtà nascondeva forse la pratica di culti ancestrali, basati sui riti esoterici templari che si ricollegavano con l’Antica Religione?
Su questo si cela ancora un grande alone di mistero, sta di fatto che Dame Alice Kyteler gestiva a tutti gli effetti una “banca” di derivazione massonica.
Nel 1324 Alice, dopo essersi fatta una schiera di potenti nemici pronti a gioire dei suoi fallimenti, fu accusata di stregoneria dall’ecclesiastico irlandese Richard Ledrede, al servizio del vescovo Ossory.
Venne condannata con suo figlio e la loro domestica Petronilla de Meath.
William Junior, il figlio di Alice, riuscì a scagionarsi perché protetto dalla parentela con Roger Outlawe, cognato di Alice e fratello del padre di William, il quale si offrì di pagare il suo debito con la Chiesa Cattolica proprio ricostruendo il tetto della Cattedrale di San Canizio.
Petronilla, l’unica a pagare il prezzo più alto, morì sul rogo davanti all’attuale municipio della città di Kilkenny, mentre di Alice si persero le tracce.
La leggenda narra che Alice si sia ritirata in Gran Bretagna aiutata a fuggire dal castello di Kilkenny in cui era prigioniera, dai cittadini irlandesi rimasti dalla sua parte.
Di quale accusa si può condannare quindi Alice Kyteler? Di essersi sposata per interesse e non per amore forse? Ma di questo “crimine” quante donne si sono macchiate?
Tante furono le donne condannate dalla Chiesa medievale cattolica, e la maggior parte di esse, forse tutte, furono accusate ingiustamente.
In questa storia velata di mistero è certo che oggi a Kilkenny resta un’atmosfera di ombre furtive, di taverne piene di profondi segreti e castelli infestati da fantasmi. La ruota del tempo sembra si sia fermata al Medioevo e fa rivivere l’aura che avvolgeva la città a quel tempo. Ancora oggi, al Kyteler’s Inn, sembra aleggi infatti lo spirito di Alice Kyteler.

