Le leggende metropolitane sono storie insolite e curiose che affascinano i creduloni fino all’auto-ipnosi. Passano di bocca in bocca, di generazione in generazione e proprio perché sono infarcite di dettagli, acquistano legittimità e presto diventano “storie vere”. Non è difficile riconoscere le leggende metropolitane: chi le narra non è mai il protagonista delle vicende, le storie hanno spesso diverse versioni e di solito iniziano con l’incipit: “Un amico mi ha raccontato che…”
Alligatori nelle fogne di New York
Tra le più famose storie c’è il mito dei coccodrilli che vivono nelle fogne di New York. Alla credenza Samuele Bersani ha persino dedicato una canzone, dal titolo appunto: Coccodrilli. La notizia apparve, per la prima volta, sul New York Times nel 1930: un giovane aveva visto alligatori nelle cloache della Grande Mela. Ancora oggi, numerosi cittadini credono che sotto l’asfalto vivano gruppi di coccodrilli affamati.
Un B-Movie del 1980 dal titolo Alligator, è tratto dalla leggenda dei coccodrilli che infestano le fogne delle metropoli americane. Qui assumono dimensioni spropositate a causa dell’assunzione di steroidi da dei cadaveri di cane deceduti per un trattamento illegale di farmaci.

Lo spirito di Bloody Mary

Segue la tenebrosa leggenda di Bloody Mary: alcuni dicono che la protagonista di questo mito sia Maria Tudor, detta appunto la Sanguinaria, regina d’Inghilterra e primogenita di Enrico VIII, che fece uccidere oltre 300 oppositori religiosi; altri invece sostengono che dietro questo fantomatico personaggio si nasconda una ragazza americana morta in un incidente stradale, oppure una giovane sepolta viva dai suoi genitori. Quel che è “certo” invece è che se ci mettiamo davanti a uno specchio in una stanza illuminata solo da una candela e pronunciamo per tre volte il nome Bloody Mary, lo spirito della donna comparirà alla nostra sinistra e comincerà a graffiare il nostro volto con le sue unghie incredibilmente lunghe, come appare nella quinta puntata della prima stagione della serie tv Supernatural.
La vasca piena di ghiaccio
Un’altra leggenda molto comune racconta la storia di ragazzi che si sono risvegliati in una vasca da bagno piena di ghiaccio dopo aver fatto baldoria per un’intera notte fuori città. Ben presto i giovani si accorgeranno di avere sulle spalle grosse cicatrici e che diversi organi sono stati asportati dal loro corpo mentre dormivano. Ad alimentare questo mito sono anche diverse serie televisive, che narrano di storie simili in cui medici senza scrupoli portano a termine veloci operazioni chirurgiche su ignare vittime.

L’autostoppista fantasma
Ancor più famosa è la leggenda dell’autostoppista fantasma: esistono diverse versioni di questa leggenda metropolitana. Tutte hanno lo stesso incipit: di notte in strada un automobilista riconosce una ragazza che fa l’autostop, si ferma e le dà un passaggio. A questo punto le versioni cambiano: la più famosa narra che l’uomo accompagna la ragazza a casa, ma più tardi si accorge che la giovane ha dimenticato una giacca in macchina. Il giorno dopo torna dove abita la ragazza, ma trova solo un’anziana signora che gli dice che sua figlia è morta parecchi anni prima in un incidente stradale proprio nel punto in cui l’automobilista l’ha incontrata la notte precedente.

Il WC chimico
Una delle storie più inverosimili è quella del boyscout svegliatosi di notte perché doveva andare in bagno. Purtroppo per lui, il wc era stato riempito di sostanze chimiche e Il corpo del ragazzo, venuto a contatto con il liquido, si sciolse letteralmente. Il mito narra anche che vicino al bagno furono ritrovati gli occhiali e un pezzo di pigiama dello sfortunato boyscout.
La storia della mano leccata
Una bimba, per superare la paura di dormire da sola, riposava insieme al suo cagnolino. Una notte la piccola fu svegliata da diversi e improvvisi rumori ma a confortarla c’era sempre il cucciolo che le leccava la mano. La mattina successiva la bambina andò in bagno e trovò nella doccia la testa mozzata dell’amato animale. Sullo specchio c’era una scritta: “Anche gli uomini sanno leccare”.

La babysitter nella casa isolata
Ancora più paurosa è la storia della babysitter nella casa isolata: di solito la protagonista è una ragazza giovane che accudisce due bambini in una casa molto grande. A un certo punto squilla il telefono, nessuno parla, ma si sente solo un affannoso respiro. Più tardi si susseguono decine di telefonate: un misterioso killer minaccia di uccidere la donna e i bambini. La babysitter chiama la polizia che cerca di tranquillizzare la donna dicendole che rintraccerà le telefonate e le consiglia di chiudere tutte le porte e le finestre a chiave. Più tardi vi è il colpo di scena: il killer si trova già dentro casa (le telefonate erano partite dalla villa) e la donna e i bambini sono uccisi dallo sconosciuto. Sul grande schermo, la leggenda è stata rappresentata dal film Chiamata da uno sconosciuto di Simon West del 2006.
Il vincitore della lotteria suicida
Celebre è anche la leggenda metropolitana del vincitore della lotteria: la storia racconta di un uomo che era solito giocare al lotto e aspettare i risultati insieme agli amici al pub. Una sera scoprì di aver vinto 6 milioni di sterline e, felice della vincita, fece vedere ai suoi amici il biglietto. Passando di mano in mano il biglietto scomparve e al vincitore fu restituito un altro ticket. L’uomo, preso dalla rabbia, uccise tutti i suoi amici e poi si gettò da un ponte. Inutile dire che il biglietto vincente non fu mai stato trovato.

Il caso del cagnolino nel microonde
Questa è una leggenda metropolitana molto comune, specie negli USA: una signora anziana, per asciugare meglio il suo cagnolino, era solita metterlo nel forno ad una temperatura bassissima, usando l’elettrodomestico a gas come se fosse un phon. Qualche giorno dopo, il figlio maggiore, decide di regalarle un forno a microonde e la madre accetta di buon grado.
Solo che si sà, le vecchie abitudini sono dure a morire e così la donna, mettendo il cane nel fornetto, accende l’elettrodomestico e intenta a fare altro per casa, al suono del timer, scopri cosa aveva fatto: il cagnolino era stato cotto dalle microonde come una normale pietanza.

Una leggenda metropolitana o urbana quindi è una storia insolita e inverosimile, trasmessa di norma oralmente, che a un certo punto della sua diffusione ottiene largo eco nei media, ricevendo una qualche patente di credibilità.
Queste leggende vengono chiamate “metropolitane” o “urbane” non tanto per contrapposizione a un’eventuale aneddotica di tipo rurale o provinciale, quanto per il fatto che esse sono nate e si sono diffuse nella civiltà moderna, più legate alla città che alla campagna.Il film Urban Legend (USA, 1998), diretto da Jamie Blanks e che vede la partecipazione del cantante Jared Leto (leader della band Thirty Seconds to Mars) e di Joshua Jackson (uno dei protagonisti della serie TV statunitense Dawson’s Creek), riassume e integra, nella propria trama, le principali leggende metropolitane passate alla fama mondiale: da “la banda dei fari” al “cagnolino nel forno a microonde”, senza dimenticare la “baby sitter assassinata”. Successivamente, sono stati realizzati due seguiti, Urban Legend – Final Cut e Urban Legend 3.



