Atlantide è una leggendaria isola “perduta”, spesso idealizzata come un’utopica società avanzata dove regnava la saggezza, e che per questo poteva portare la pace in tutto il mondo. L’idea di Atlantide ha affascinato sognatori, occultisti ed appassionati per generazioni e, a differenza di molte altre leggende le cui origini si perdono nel tempo, sappiamo esattamente dove e quando la storia di Atlantide è comparsa per la prima volta: nei dialoghi di Platone, nel Timeo e nel Crizia, scritti nel 330 a.C. circa.In molti pensano che la storia di Atlantide sia un mito creato da Platone per illustrare le sue teorie politiche, mentre altri invece insistono sul fatto che sia realmente esistita.

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Secondo quanto racconta il filosofo greco, Atlantide era un potente regno situato nell’Oceano Atlantico, più grande dell’antica Libia e Turchia messe insieme. Platone descrive in modo preciso anche la geografia dell’isola, con le sue montagne situate a nord e lungo la costa, fino alle pianure del sud. I suoi sovrani erano discendenti diretti di Poseidone, il re del mare.

Intorno al 9600 a.C. l’impero dell’isola aveva conquistato la maggior parte dell’Europa Occidentale e dell’Africa, schiavizzando i propri nemici. Questa data colloca la vicenda in un periodo storico che coincide con la fine dell’ultima glaciazione e la nascita delle prime città-stato, scoperte nell’attuale Iraq.

Il mito racconta che Atlantide fu affondata e distrutta da Poseidone a causa della crescente corruzione che aveva ormai minato e rovinato una società definita pacifica, ricca ed estremamente saggia. Quali potrebbero essere le reali cause della scomparsa del continente?

L’eruzione minoica di Thera (Santorini), datata nel XVII o XV secolo a.C., ha causato un enorme tsunami che, gli esperti ipotizzano, ha devastato la civiltà Minoica nella vicina isola di Creta. Alcuni pensano che sia proprio questa la catastrofe che ha ispirato la leggenda. Ad oggi, questa è l’ipotesi più accreditata sulla scomparsa della mitica isola.

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Sta di fatto che, dopo un tentativo fallito di conquistare Atene, l’intera isola sprofondò nel mare:

in un singolo giorno e notte di disgrazia

Ma il mito quindi è realmente esistito?

L’idea della sua esistenza è abbastanza recente, risale nel 1881, grazie allo scrittore Ignatius Donnelly. Egli credeva che molte delle conquiste umane (come la metallurgia, l’agricoltura, la religione ed il linguaggio) avessero avuto origine proprio ad Atlantide, e secondo le sue supposizioni, nessun popolo antico avrebbe avuto le conoscenze necessarie per sviluppare in autonomia tali conquiste, che devono essere state diffuse da qualche sconosciuta ed antica civiltà (vedi la teoria degli “antichi astronauti“, civiltà aliene che sarebbero intervenute sulle conoscenze di popoli evoluti come gli Egizi).

L’esploratore degli oceani Robert Ballard, colui che nel 1985 scoprì il relitto del Titanic, sostiene che l’isola sia realmente esistita, ma nonostante questi pareri, più o meno autorevoli, non ci sono prove concrete dell’effettiva presenza del continente scomparso, quantomeno non ci sono tracce dove Platone indicò la collocazione di Atlantide.

Dove si sarebbe potuta trovare quindi Atlantide?

Sono state proposte numerose ipotesi per quanto riguarda la sua localizzazione, e molti dei luoghi proposti condividono alcune caratteristiche della storia dell’isola: acqua, fine catastrofica e periodo storico; ma per nessuno di questi esistono prove schiaccianti che li possano identificare ad Atlantide.

La maggior parte delle località ipotizzate si trovano nel Mar Mediterraneo, a Creta o Santorini, Cipro, Malta o Ponza, oppure alcune città come Troia, la Turchia e l’ultima teoria su Israele.

Altre location proposte invece, come l’Antartide, l’Indonesia e i Caraibi, oppure le isole Spartel nei pressi dello stretto di Gibilterra, avrebbero degli elementi che coinciderebbero con il racconto di Platone.

Nell’area del Mar Nero ci sarebbero, inoltre, altri tre luoghi: Bosporus, Sinop e Ankomah. Il vicino Mar d’Azov è stato proposto come un altro sito nel 2003, così come vari gruppi di isole nell’Oceano Atlantico, in particolare le Azzorre (che sono un territorio del Portogallo). 

Nel Nord Europa, la Svezia, l’Irlanda e il Mare del Nord sono stati proposti, così come le aree nel Pacifico e nell’Oceano Indiano, Cuba, le Isole Canarie.

Nelle sue opere, Platone descrive Atlantide come “un’isola grande più della Libya e dell’Asia posta al di là delle Colonne d’Ercole“, i cui abitanti erano “costruttori di torri devoti al dio Poseidone“, una terra “ricca di acqua e foreste e dal clima dolce, al punto tale da rendere possibili più raccolti all’anno“, ma anche “ricca di minerali e metalli usati per edificare mura protettive concentriche“.

Seconda una recente teoria, supportata tra l’altro da alcuni dati raccolti attraverso l’aerofotogrammetria, la Sardegna avrebbe molte caratteristiche in comune con l’Atlantide descritta da Platone: gli antichi consideravano la Sardegna addirittura più estesa della Sicilia; essa è’ posizionata al di là delle Colonne d’Ercole (se si considera la geografia precedente agli scritti di Eratostene, il responsabile dello spostamento delle colonne dalla Sicilia allo Stretto di Gibilterra); gode di un ottimo clima, che permetteva a quei tempi tre raccolti l’anno; era, ed è tuttora, ricca di foreste e acqua; era ricca di miniere di piombo, zinco, argento e la società era metallurgica fino dagli albori; era la patria dei Tirreni, cioè i “costruttori di torri”, che non sarebbero altro che i famosi nuraghi.

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E proprio su quest’ultimo punto si basa la teoria: la maggior parte dei nuraghi situati a basse quote sono quasi totalmente ricoperti di fango (tra questi anche la grande reggia nuragica di Barumini, che venne disseppellita dopo 14 anni di scavi). La ragione di ciò potrebbe essere ricondotta ad un tragico tsunami di proporzioni enormi che avrebbe colpito la Sardegna, distruggendo porti e città, decimando la popolazione e portandola di fatto all’estinzione; sorte molto simile a quella del popolo atlantideo.

Recentemente, il mito del continente scomparso è tornato alla ribalta grazie alle scoperte di un team di ricercatori americani. Studiando delle foto satellitari che ritraevano la zona a nord di Cadice, in Spagna, hanno notato un particolare sito che presentava delle anomalie. Hanno poi organizzato delle immersioni nelle acque del Parco naturale di Dona Ana e sostengono di aver trovato le rovine di una città strutturata ad anelli concentrici, proprio la struttura che Platone ha descritto.

Nel 1999, l’archeologo marittimo francese Franck Goddio ed il suo team di ricercatori portò alla luce, nei pressi del delta del Nilo, le rovine di un tempio antico, con colonne di granito rosso, i resti di alte mura, statue ed altri oggetti che testimoniano la presenza di un’antica civiltà. 

La leggenda di Atlantide è stata riscoperta dagli umanisti nell’era moderna, ed ha ispirato diverse opere utopiche dal Rinascimento in poi. Nel 1926 J. Gattefossé e C. Rouxun stilarono un catalogo bibliografico incompleto della letteratura su Atlantide che comprendeva 1.700 titoli. Nel romanzo di Jules Verne Ventimila leghe sotto i mari, ad esempio, gli occupanti del sottomarino Nautilus del Capitano Nemo effettuarono una visita alle rovine sommerse di Atlantide.

Anche Tolkien, ne Il Silmarillion, descrive la caduta dell’isola di Númenor con un termine che nella lingua elfica da lui inventata diventa “Atalantë” e l’episodio ricorda molto la vicenda dell’isola perduta.

Nel romanzo di Pierre Benoît, chiamato proprio “L’Atlantide“, si immaginano i discendenti del continente perduto ormai stabiliti nel deserto del Sahara. Questa opera letteraria ha inoltre ispirato la maggior parte della ampia filmografia dedicata alla leggenda:

L’Atlantide (1921) di Jacques Feyder; L’Atlantide (Die herrin von Atlantis, 1932) di Georg Wilhelm Pabst; L’Atlantide (Siren of Atlantis, 1949) di Gregg C. Tallas; Antinea, l’amante della città sepolta (1961) di Edgar G. Ulmer e Giuseppe Masini; L’Atlantide, film del 1992 di Bob Swaim.

Anche le serie TV hanno preso spunto dalla leggenda, in particolare Stargate Atlantis, spin-off di Stargate SG-1, dove la città di Atlantide viene riscoperta nella galassia di Pegaso, e Atlantis, serie TV realizzata da BBC One ambientata proprio nella città leggendaria.

E nel 2001, la Walt Disney, realizza il film d’animazione Atlantis – L’impero Perduto

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Nel nuovo documentario realizzato dal regista premio Oscar James Cameron per National Geographic, chiamato Atlantis Rising, e il suo team di archeologi, scienziati e storici, fanno uso di tecnologia all’avanguardia e degli antichi scritti di Platone come mappa virtuale per la loro ricerca. Il documentario, disponibile sulla nuova piattaforma streaming a pagamento Disney Plus, si sposta dalla Grecia verso l’Oceano Atlantico, esplorando diversi luoghi dall’alto, da terra e in profondità sotto il mare con l’obiettivo di svelare i segreti di questo mistero secolare.

Nel corso della spedizione, sono state effettivamente trovate sei antiche ancore che potrebbero risalire all’età del bronzo che insieme potrebbe rappresentare il più antico sito di ancoraggio mai trovato sul versante atlantico dello Stretto di Gibilterra.

“Questi tasselli potrebbero risalire a 3.500 o 4.000 anni e stabilire un porto nell’Atlantico, dove non abbiamo mai avuto la speranza di trovare approdi” ha detto Simcha Jacobovici, “è più facile trovare un ago in un pagliaio che delle ancore dell’era del Bronzo nell’Atlantico.”

La certezza di aver finalmente trovato Atlantide, però, non c’è ancora e, forse, rimarrà per sempre un affascinante mistero.

Credits: @siviaggia



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