I sabato sera sul divano spesso sono ristoratori, ma a volte anche i più difficili da passare perché se non si trova qualcosa di “interessante” da vedere, si rischia di annoiarsi parecchio.
Per fortuna ieri mi sono imbattuta nel nuovo film di Mike Flanagan (Ouja – L’origine del male – 2016): Doctor Sleep, seguito di Shining.
A quarant’anni dalla realizzazione del capolavoro di Kubrick, non se ne ha mai abbastanza.
Chiaro è che, per chi come me non ha letto il libro, non può comparare se il film sia fedele all’opera di Stephen King, come al contrario, a parte per qualche dettaglio, ho trovato abbastanza simile la versione del libro al film Shinning.

Proprio per questo motivo, preferisco concentrarmi sulla nuova pellicola di Flanagan.
Se si analizza la trama, si potrebbe pensare che la storia sia ormai vista e rivista, ma, nonostante tutto, la sceneggiatura è stata ben scritta e strutturata dal regista davvero bene.
Malgrado le due ore e mezza di film, che potrebbero sembrare un’infinità, scena dopo scena, la vicenda si sviluppa in maniera sempre più interessante, così da tenere incollati allo schermo gli spettatori.
Ewan McGregor, a mio avviso migliorato nel tempo a livello estetico (hihihihi), contribuisce con il suo talento a rendere ancora più avvincente la pellicola, e non solo lui.
La bella e brava Rebecca Ferguson, diventata nota al pubblico dal 2013 grazie alla serie tv della BBC One The White Queen sulla Guerra delle due Rose, si è integrata perfettamente nel ruolo della seducente e cattivissima Rose Cilindro. Lo stile bohemienne, dai capelli spettinati e con treccine che ricordano vagamente quelle portate da Johnny Depp ne I Pirati dei Caraibi, con l’aggiunta di cappello a cilindro vero e proprio, le dona un carattere e una bellezza mai riscontrata in altri ruoli.

La luccicanza che ha accompagnato Dan fino all’età adulta della sua vita, è protagonista della pellicola.
Come per Shining dove i fantasmi che abitavano l’Overlook Hotel si nutrivano di lui, così in Doctor Sleep altri “mostri” continuano a infastidire lui e altri personaggi.
Da Trainspotting (Danny Boyle – 1996) ne è passata di acqua sotto i ponti, e dopo numerose pellicole e diverse interpretazioni, Ewan McGregor contribuisce a dare al Dan cresciuto quell’aria di drammaticità di un’infanzia segnata dalla violenza e dalla morte del padre, che ricorderemo “vive” ancora, insieme agli altri fantasmi, all’Overlook.

