Un giorno Alice arrivò ad un bivio sulla strada e vide lo Stregatto sull’albero.
– “Che strada devo prendere?” chiese.
La risposta fu una domanda:
– “Dove vuoi andare?”
– “Non lo so”, rispose Alice.
– “Allora, – disse lo Stregatto – non ha importanza”.
Alice forse sarà stata indecisa sulla strada da prendere nei due romanzi di Lewis Carroll (Alice Nel Paese delle Meraviglie – 1865, e Alice attraverso lo Specchio – 1871), quel che è certo, è che entrambi i libri hanno influenzato, per lungo tempo, l’arte e la cultura occidentale per gli ultimi due secoli.

In particolare nella musica, diversi sono stati gli artisti che si sono ispirati alle stravaganze di Alice e i suoi amici.
Nel 1967, i Jefferson Airplane, nel loro secondo album “Surrealistic Pillow”, inseriscono una traccia dal nome White Rabbit.
Con il suo ritmo incalzante e onirico sembra quasi di inseguire il Coniglio Bianco nella corsa affannosa verso i suoi impegni, dove il ritardo incombe e sembra non si arrivi mai alla meta.
Nello stesso anno i Beatles con I Am the Walrus, da “Magical Mystery Tour”(1967), John Lennon, ispirato da una delle poesie di “Alice attraverso lo specchio”, The Walrus and the Carpenter, si immerge in una psichedelica ammucchiata di frasi sconnesse.
Nel 1980, in Italia, con l’album dei Perigeo Special, “Alice”, frutto della collaborazione di diversi artisti, tra cui Lucio Dalla, Anna Oxa e Rino Gaetano, rappresenta un racconto dell’inconsistenza che il mondo reale, a volte, porta nei pensieri.
Gli Aerosmith, nel 2001, con la canzone Sunshine, tratta da “Just Push Play” ci invitano a ballare con la Regina di Cuori e a prendere un tè col Cappellaio Matto.
Nel 2004 Gwen Stefani, con la sua What You Waiting For?, estratto dall’album “Love. Angel. Music. Baby”, espone chiari riferimenti al mondo delle meraviglie che coinvolgono in un escamotage narrativo rendendo la canzone ancora più orecchiabile.
Più cupo e gotico invece, troviamo Marilyn Manson, con l’album “Eat Me, Drink Me” del 2007, in cui, la canzone omonima al titolo dell’album è un chiaro riferimento ai romanzi di Carroll.
Nel 2009 i Paramore, con il brano Brick by Boring Brick, tratto dall’album “Brand New Eyes”, e la giovanissima Aviva nel 2019 con il brano Rabbit Hole, hanno anche loro attinto da questi classici della letteratura.
Non sappiamo quale sia il motivo esatto per cui questi artisti hanno attinto dai libri di Carroll per i loro spunti musicali.
Quel che è certo è che tutte le loro canzoni vogliono trasportarci in una dimensione parallela, in cui è possibile dimenticare per un attimo il mondo che ci circonda e attraversare lo specchio, scivolando nella tana dei propri pensieri.
